domenica 7 febbraio 2010

Piombo fuso

Qualche giorno fa il nostro presidente del consiglio ha tenuto un discorso alla Knesseth, il parlamento israeliano. In quell'occasione Silvio Berlusconi ha affermato che l'operazione militare Piombo fuso, condotta dalle forze armate israeliane nel dicembre 2008 e gennaio 2009 ai danni di Gaza e della sua popolazione, fu una giusta reazione agli attacchi dei palestinesi nei confronti delle città israeliane. Le parole sono importanti: dire giusta reazione significa approvare un'operazione di guerra che ha causato una strage (ben 1400 vittime di cui la maggior parte civili), giustificandola come logica conseguenza degli attacchi condotti dalle milizie di Hamas per mezzo di razzi Qassam. Si possono equiparare dei vigliacchi attentati portati a termine con scarsi mezzi ad un'imponente campagna militare lanciata da uno dei più forti eserciti del mondo?
Le parole del nostro presidente del consiglio mi hanno ricordato ancora una volta quanto sia importante l'uso della memoria e come invece avvenimenti oggettivi possano essere distorti a proprio e altrui vantaggio. Ero abbastanza depresso dopo aver assistito ad un tale capovolgimento della realtà ma, per fortuna, poi mi son trovato fra le mani l'ultimo numero di Internazionale.


Qui sopra la copertina di Internazionale N. 832 del 8/11 febbraio 2010
La copertina, un articolo e un reportage a fumetti sono dedicati a Gaza e alle innumerevoli tragedie che vi sono capitate negli ultimi 60 anni in seguito al conflitto infinito fra israeliani e palestinesi. Lo splendido reportage a fumetti è di Joe Sacco, già autore di Palestina. Il suo proposito è quello di svolgere una corretta operazione di memoria nei confronti degli eccidi compiuti a Gaza nel 1956 dall'esercito israeliano e ormai quasi dimenticati dall'una e dall'altra parte. Le tavole pubblicate mostrano Joe Sacco nel 2003 mentre intervista vecchi palestinesi di Gaza chiedendo cosa ricordino di quei fatti. La risposta non è sempre completa e precisa in quanto dal 1956 al 2003 sono state così tante le tragedie succedute che la memoria stenta a tenere in ordine tutti gli avvenimenti. C'è da fare i conti poi con il quotidiano, con le violenze che continuano,  con le distruzioni, con la disperazione. Lo stile è quello di un classico reportage giornalistico dove c'è spazio per i fatti e per i sentimenti dei protagonisti: il tutto rappresentato a fumetti. Le tavole pubblicate sono un estratto del nuovo libro di Joe Sacco "Footnotes in Gaza" che uscirà in Italia quest'anno.




Qui sopra la copertina di Footnotes in Gaza scritto e illustrato da Joe Sacco Metropolitan Books/Henry Holt & Company
L'articolo (scritto) correlato al reportage di Sacco è di Amira Hass, una giornalista israeliana che scrive spesso per Internazionale, e che è molto critica nei confronti della politica dei governi israeliani riguardo alla questione palestinese. Mi ha colpito, nel suo articolo, l'opinione secondo cui molte volte la parola scritta non basta a trasmettere l'orrore di un fatto così tragico come gli eccidi del 56, di cui non esistono foto. Rappresentare le scene sarebbe un'oscenità, secondo lei, mentre invece il fumetto è il medium giusto per comunicare l'orrore. L'orrore costituito da militari che uccidono civili inermi, così come è successo, sempre a Gaza, poco più di un anno fa. Crimine di guerra, si chiama, visto che le parole sono importanti.

Per tenere viva la memoria dei fatti non bastano però i racconti solo delle vittime, ma anche dei carnefici. Negli ultimi tempi sono sempre più numerose le testimonianze di ex soldati israeliani che narrano le crudeltà di cui si son resi responabili i militari nei confronti dei civili. In questo senso il film d'animazione "Valzer con Bashir" è una prova artistica di altissimo livello.



Qui sopra la locandina del film "Valzer con Bashir" di Ari Folman


Ma i soldati che ne parlano sono fra quelli che hanno avuto a che fare direttamente con la popolazione civile. Nell'operazione Piombo fuso, delle 1400 vittime solo un centinaio è stato ucciso a distanza ravvicinata dai militari. Ed alcuni di questi hanno avuto il coraggio di denunciare l'orrore compiuto. Ma per i soldati che hanno eliminato gli altri 1300 palestinesi per mezzo dell'aviazione o dell'artiglieria, le vittime erano soltanto un target sul proprio mirino. Niente di più. Target: le parole sono importanti.
http://us.macmillan.com/BookCustomPage.aspx?isbn=9780805073478&m_type=4&m_contentid=16725#cmscontent/

2 commenti:

  1. comprerò certamente Internazionale.

    Per quanto riguarda Berlusconi..............beh..... stai tranquillo che se andasse dai palestinesi direbbe l'opposto tranquillamente.
    E' una personalità fatta così... il problema è che fa orrore e vergogna a una bassa percentuale di italiani.

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  2. Bell'articolo. Anche io non conoscevo Internazionale. Il fatto della memoria che nomini è importante. Nella mia c'è il ricordo di quando tornavo in macchina con la pancia piena del pranzo di Natale, e la radio diceva..."Non è stato raggiunto un accordo per il prolungamento del cessate il fuoco, a scadenza oggi, tra Hamas e le forze israeliane. Postazioni di Hamas sono state attaccate dall'aviazione.."Non è stata alcuna reazione, ma un'operazione militare pianificata in precedenza. Una cosa era l'attentato del suicida, cui Israele rispondeva entrando un momento in cisgiordania con qualche carro e tirando giù un condominio per rappresaglia, a tempo perso. Ma tutti i raid, uno dopo l'altro, la scelta degli obiettivi, le telefonate nelle case palestinesi 30 secondi prima, per potersi vantare di umanità con la croce rossa, tutto questo non si mette su sul momento per reazione, come purtroppo ci hanno sempre raccontato qui. Erano pronti prima. E Gaza è stata paralizzata e ridotta alla fame, giusto in tempo per il giuramento di Obama (21 gennaio), che non era affidabile come Bush nell'assicurare appoggio incondizionato ad operazioni simili...
    Leonardo

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