domenica 20 gennaio 2013

Quando la Storia è noir - "I sonnambuli" di Paul Grossman

"Cosa diavolo credi di fare, ebreo?" Tutte le teste sul tram si voltarono. Si guardò intorno per vedere a chi fossero rivolte le accuse dell'uomo dal viso affilato con la bombetta nera davanti a lui, poi capì. "Allontana il tuo sporco naso da ebreo dal mio giornale!"
Willi era sbalordito. Non pensava quasi mai al suo essere ebreo, tranne in occasione delle festività importanti. Ma i suoi occhi neri e i suoi capelli ricci e scuri lo erano come le insegne luminose del Ku'damm. i tedeschi stavano diventando sempre più sfrontati nei loro sfoghi antisemiti. Ancora qualche mese e avrebbero rimesso in testa agli ebrei i berretti a cono gialli, come nei secoli bui. Bastava solo che quel pazzo lo accusasse di aver cercato di rubargli il portafogli e si sarebbe trovato in guai seri. Se non fosse stato chi era. Estrasse il distintivo della Kripo. Il cambiamento di espressione di quel tipo gli rese quasi tollerabile l'insulto.
Willi Kraus ha una grande sfortuna. Nonostante sia un rispettabile e celebre ispettore di polizia, vive nella città sbagliata nel periodo sbagliato. I suoi precedenti successi investigativi che gli hanno permesso di scovare il Kinderfressen, il divoratore di bambini, non bastano. Tantomeno alcun merito può più vantare grazie agli anni spesi a combattere, distinguendosi con valore sul fronte occidentale della Prima Guerra Mondiale. Herr Inspektor-Detektiv Willi Kraus ha la grave colpa di essere ebreo e di vivere a Berlino e questo romanzo di Paul Grossman racconta gli ultimi mesi trascorsi dal poliziotto nella sua città: il periodo terribile che comprende la fine del 1932 e l'inizio del 1933, fino alla presa del potere da parte di Hitler.
Il grande merito dell'opera di Grossman non è tanto aver concepito una trama gialla, seppur convincente e ben strutturata, quanto quello di aver ricostruito l'atmosfera di deriva civile e morale di una società sull'orlo della catastrofe. Lo sfondo storico è così ben restituito che il lettore percepisce perfettamente la tensione crescente dovuta al precipitare degli eventi politici e sociali. Berlino è il teatro di continui scontri fra le SA, le Camicie Brune di Hitler, ovvero il violento corpo paramilitare di cui si era circondato il futuro Führer, e i gruppi di militanti comunisti. Spettatori quasi impassibili di questo crescendo sono i borghesi, gli impiegati e i professionisti, gli imprenditori e i commercianti berlinesi che si voltano dall'altra parte, invocando il pronto intervento della polizia. Minimizzano i pericolosi episodi di crescente intolleranza da parte dei nazisti nei confronti degli ebrei. Sono convinti che il partito di Hitler, e i suoi sotenitori, saranno spazzati via dalle prossime elezioni. Sottovalutano il pericolo e continuano a vivere in una Berlino, i cui marciapiedi sono calcati da masse crescenti di disoccupati che la crisi economica recente ha creato. Anche Der Hinspektor inizialmente non vuole credere a quanto sta succedendo in città, ma episodi come quello del tram lo fanno lentamente ricredere.
D'altra parte Kraus sta proprio indagando su degli strani omicidi di donne giovani e i sospetti cadono su figure importanti del partito nazista. Sta scoprendo un progetto così agghiacciante e incredibile che, una volta smascherato pubblicamente, porterebbe alla rovina di Hitler. La seconda parte del romanzo è incentrata da una parte sulla consapevolezza crescente da parte di Der Inspektor del grave pericolo costituito dalla ormai certa ascesa nazista e dall'altra dal suo convincimento di avere fra le mani la bomba che potrebbe fermare tale ascesa. Sapere che la Storia percorrerà invece la sua strada nera, aumenta la frustrazione del lettore vedendo poi quanto Willi Kraus creda nella sua missione rischiando il tutto per tutto.


Le scene finali dell'incendio del Reichstag e della sconfitta del poliziotto fanno riflettere su come una società convinta di aver subito un torto internazionale per il precedente conflitto mondiale, distratta nei confronti delle violenze che una sua minoranza di cittadini sta cominciando a subire, impaurita dalla crisi economica, venda la propria anima ad un nuovo profeta affabulatore.

Però, a Bulowplatz, fu come se fossero entrati direttamente a bordo del tram sul set di un film di Fritz Lang. Il grande quartiere generale del Partito comunista dall'altro lato della piazza, coperto di giganteschi vessilli con il volto di Lenin, era crcondato da migliaia di nazisti urlanti. "Fuori i rossi! Fuori i rossi!" Alcune persone all'interno, afferrate per i capelli, vennero gettate fuori dalla porta e costrette a passare sotto forche caudine di manganelli minacciosamente branditi mentre si allontanavano barcollando con il capo insanguinato. Si udì uno schianto terribile. Una finestra ai piani superiori venne fracassata e due camicie brune fecero penzolare un uomo urlante dal sesto piano. Il cuore di Willi si fermò. Non potevano. Non l'avrebbero fatto. Ma, come i romani nel Colosseo, la folla rumoreggiava con il pollice verso, e la vitima cadde con un grido terribile, agitando le braccia nel vano tentativo di sottrarsi al suo destino.

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