martedì 14 maggio 2013

Waiting for the Boss (II) - Greetings from Asbury Park, NJ

"Nel mio primo album ho fatto venir fuori un numero incredibile di cose tutta in una volta. Un milione di cose n ogni canzone. Le avevo scritte in mezz'ora, quindici minuti. Non so da dove venissero. Scrivevo come in preda ad una febbre. Non avevo soldi, nessun posto dove andare, niente da fare. Era inverno, faceva freddo e scrivevo. Mi sentivo in colpa se non lo facevo. Non creai più nulla in quello stile. Una volta che uscì il disco, mi sentii definire il nuovo Dylan e così evitai di ripetermi."
Bruce Springsteen

"Utilizzando un linguaggio enfatico e visionario, una sterminata teoria di versi chilometrici e un logoro dizionario di sinonimi. Springsteen è riuscito a fare suoi tutti i miti della cultura giovanile del suo tempo, il rock 'n' roll e il cinema: ed ecco che i ragazzi del boarwalk di Asbury Park, gli spacciatori e le puttane di Manhattan, vengono innalzati al rango di giovani ribelli, ecco che il desolante panorama della periferia urbana del New Jersey diventa un nuovo fronte del porto, un luogo non più squallido ma estenuantemente romantico."
Leonardo Colombati, Come un killer sotto il sole, Sironi Editore, 2007

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