martedì 20 settembre 2016

Il futuro di Nathan Never


Giugno 1991 - giugno 2016: 25 anni di presenza continua nelle edicole da parte di Nathan Never. Un traguardo importante, festeggiato dalla Sergio Bonelli Editore attraverso un insieme di eventi che hanno visto (e non poteva essere altrimenti) il ritorno sulle scene dei tre creatori del personaggio: Bepi Vigna, Antonio Serra e Michele Medda.
Il primo ha realizzato il progetto più ambizioso e intrigante: rivedere sotto una luce nuova e straniante i fatti drammatici che hanno portato Nathan a diventare un Agente Speciale Alfa. Il risultato è una miniserie, Anno Zero, composta da sei numeri, tuttora in corso, disegnata in toto da Roberto De Angelis. Atmosfere cupe, nel tratto e nella narrazione, accompagnano il lettore in una torbida spirale che sta portando Nathan a mettere in dubbio verità, che tanto lui quanto noi, ritenevamo date e scontate. La sensazione, dopo aver letto quattro albi, è che qualcosa di sconcertante e rivoluzionario stia per accadere nei prossimi due numeri finali. Può succedere veramente di tutto, la suspance creata con maestria da Vigna è veramente alta. Staremo a vedere.




Antonio Serra ha realizzato una trilogia, che ha accompagnato il lettore lungo i mesi estivi nella collana regolare. C'è stata l'ennesima fine del mondo di Nathan come lo avevamo imparato a conoscere dopo la guerra dei mondi. Serra, nella rubrica introduttiva di Alfacom, ci svela che non sceneggerà più storie di Nathan e che questa era la fine che aveva progettato per il personaggio fin dall'inizio dell'avventura in edicola. Certo, nel corso degli anni, l'dea si è ampliata ed evoluta, ma il nocciolo è rimasto quello originale. Devo confessare di essere rimasto piuttosto deluso di questo finale. Omega non mi ha mai convinto come grande nemico di Nathan: il vecchio Arsitotele Skotos lo sopravanza di molte spanne in quanto a figura di malvagio. L'artificio narrativo di swappare i due soli nei due universi paralleli in cui due mondi di Nathan stavano evolvendo mi è parsa banale. Per quanto ne dica Serra nella sua versione, son disposto da lettore a sospendere la mia incredulità di fronte ad un'opera di fantasia ma, in questo caso, lo sforzo che mi viene richiesto è eccessivo. L'escamotage mi è sembrato insipido e l'intervento risolutore dell'Uomo Quantico alquanto ridicolo. La trilogia scritta dal classico Sergio Giardo mi aveva quasi convinto, a metà di essa, ad abbandonare la lettura della serie. Mi son sforzato di continuare, più per onor di firma che per desiderio di capire come sarebbe andata a finire.




Pertanto, anche l'acqusito del successivo albo a colori di settembre è stato un piccolo sforzo, per fortuna, però, più che ripagato. Infatti la storia disegnata da Germano Bonazzi è stata scritta e sceneggiata da Michele Medda, autore che ho sempre seguito e apprezzato e, devo dire, anche questa volta la mia fiducia è stata ampiamente ripagata. Dopo la catastrofe planetaria della trilogia di Serra, si passa ad un'atmosfera molto più intima e riflessiva. Nathan ritorna ad uno dei suoi mood classici, un'indagine alla Marlowe nei bassifondi della città, a contatto con un'umanità reietta ed ai margini. Azione sì, ma soprattutto psicologia, dialoghi e analisi introspettiva. Questo è uno dei generi narrativi, in cui viene coniugato Nathan, che preferisco. Medda è ritornato a casa e, come scrive nella rubrica di Alfacom, l'ha trovata un po' diversa da come l'aveva lasciata. Tanti autori, forse troppi, hanno scritto storie per Nathan. C'è bisogno, secondo me, di più sceneggiature di Medda e, ce lo rivela sempre lui, ce ne saranno, tanto sulla serie regolare, quanto su una futura miniserie di sei numeri. Questa è un'ottima notizia che, insieme alla presenza di Vigna, mi fanno ben sperare per il futuro di Nathan.

6 commenti:

  1. Con la trilogia di Serra che chiude il conto con Omega, è terminato il mio interesse verso Nathan Never. Il personaggio e il suo universo narrativo che ho apprezzato e seguito, sebbene a intermittenza, in questi anni, sono finiti e si continua con personaggi di un universo parallelo... Da accettare perché fantasia? No, non mi sta bene! Vorrei vedere se i lettori di Tex comprerebbero il numero successivo a quello in cui il ranger muore, perché l'autore sta raccontando le vicende di un universo parallelo in cui Tex è ancora vivo e attivo, magari ringiovanito...
    Serra giustifica la sua scelta col fatto che quello narrato è il "suo" finale di Nathan Never, come se in tutti questi anni ogni autore avesse narrato le storie di una Agenzia Alfa di un universo differente. Il discorso ci potrebbe stare, se il lettore non avesse memoria! Infatti alcune saghe, tipo la saga Alfa, è stata volutamente scritta a più mani, un episodio per ciascun autore dell'epoca...

    Per cui, sebbene proseguirò alcune collane satelliti di NN, tipo Asteroide Argo, Sezione Eurasia e Dipartimento 51, per me i personaggi che mi hanno emozionato per anni sono morti.

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    1. Son d'accordo con te su tutto ma non sulla decisione finale: a me piacciono molto di più le storie di Medda e Vigna rispetto a quelle di Serra. Il fatto che ora siano rimasti a scriverle solo i primi due, mi ha convinto a continuare la lettura della serie regolare.

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    2. Sono tre stili diversi di narrare fantascienza, tre stili che si completano e che hanno contribuito a un successo così lungo, senza però trascurare altri autori come Vietti, Ostini...
      Questo però non toglie il fatto che Serra ha firmato la sua ultima storia di NN come se fosse l'ultimo albo della serie. Con che spirito potrei seguire le storie di un agente speciale che non ha credenziali per gli ultimi 300 mesi della vita di un lettore?
      Senza trascurare il fatto che di tutta l'umanità della Terra sacrificata, si è pensato di salvare soltanto il figlio di Elania, come se altre famiglie avrebbero schifato il "miracolo" di riavere in vita un figlio morto.

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    3. Dici bene: NN è un amalgama unico e inimitabile dei tre stili. Ma la componente di Serra è quella che, personalmente, meno mi attrae. La parte più "Star Wars" di NN non mi ha mai affascinato e, dopo la ca..ata dello swap dei due soli, direi che mi va benissimo che NN resti figlio di soli due padri

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    4. Però trascuri che quello che rimane è sì il Nathan Never di Medda e Vigna, ma non quello di cui conosci 25 anni di carriera come Agente Alfa. Sono Medda e Vigna (oltre agli altri autori...) a ripiegare su una sorta di clone narrativo lasciato loro da Serra per farli andare avanti.
      Avrei apprezzato il contrario, cioè che il grosso della trama di questa trilogia si svolgesse nell'altro universo e che a sopravvivere fosse la Terra dove si sono svolti 25 anni di vicende.

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    5. Ho capito la tua posizione. Ma a me non importa se sia sopravvissuto l'altro Nathan: l'importante è che non legga più storie come la trilogia estiva di Serra.

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