giovedì 26 gennaio 2017

Manuele Fior copertinista di Mercurio Loi


Questa volta la Sergio Bonelli Editore sta facendo le cose in grande. È notizia di oggi che il copertinista della nuova serie Mercurio Loi, in partenza a maggio, sarà Manuele Fior. Un fuoriclasse per la casa editrice milanese, uno dei più importanti artisti del fumetto italiano capace di imporsi a livello internazionale quando vinse mel 2011 il premio come miglior fumetto al Festival di Angouleme con la sua opera Cinquemila chilometri al secondo. Alessandro Bilotta, creatore del personaggio, sta ancora saltando dalla gioia per un simile regalo: poter vantare Fior come il copertinista della propria serie è un fatto unico. Credo che la Bonelli questa volta non voglia correre rischi. Sta avviando una serie a tempo indeterminato, fatto ormai raro in via Buonarroti, e non vorrà certo ripetere le brutte esperienze delle due precedenti serie, Saguaro di Bruno Enna e Adam Wild di Gianfranco Manfredi, chiuse dopo la pubblicazione rispettivamente di 35 e 26 albi, a causa delle scarse vendite. Devo dire che il marketing a sostegno di quelle due collane fu davvero carente e che, per Saguaro, uno dei motivi di disaffezione del pubblico fu proprio la bassa qualità dei disegni. Una bella copertina non è certo garanzia di una buona storia e di buoni disegni, ma è evidente che rappresenta la vetrina dell'albo, il modo con il quale il fumetto si presenta al pubblico. E avere un disegno di Manuele Fior che ti fa l'occhiolino dagli scaffali dell'edicola significa partire già con un bel vantaggio.
La Bonelli sta dimostrando coraggio perché sfida il mercato con una serie ambientata in un preciso periodo storico del passato, la Roma papalina dei primi dell'Ottocento, ricca di intrighi e cospirazioni, avente come protagonista un erudito e freddo Sherlock Holmes all'italiana. Mercurio Loi ha già esordito nel ventottesmo albo della serie Le Storie, con una suggestiva storia disegnata da Matteo Mosca, raccogliendo molti consensi di critica e di pubblico. Tali consensi hanno convinto i responabili di via Buonarroti a mettere in cantiere la serie. Meritano tutti i miei applausi, perché non ci si può affidare soltanto alle aride stagioni di Orfani.

3 commenti:

  1. La Storia dedicata a Mercurio Loi mi piacque, l'avrei seguita se la Bonelli vi avesse dedicato altri albi della sua insolita collana editoriale... Non credo però che Mercurio Loi possa tenere testa a una serie tutta per sé, secondo me si bruceranno le idee in meno di un anno, a meno che non vengano alquanto stravolte le cose già viste.

    Se ben ricordo, poi, pare che la serie sarà tutta a colori... Bah, ci potrebbe pure stare se almeno per una volta i colori ce li mettesse il disegnatore, ma così si va quasi a offendere quanto già visto in bianco e nero da parte di Matteo Mosca. Mercurio Loi è nato in bianco e nero, dovrebbe rimanere tale.

    Conclusione: non seguirò questa serie.

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    Risposte
    1. ciao,
      da quanto scrive Bilotta oggi qui: http://www.sergiobonelli.it/home/2017/01/27/gallery/mercurio-loi-2017-1000547/
      io capisco che sarà a colori solo il volume in grande formato che uscirà in aprile e riproporrà la storia già pubblicata nella collana Le Storie.
      Io invece dò molto credito a questa serie e non la stronco a priori come fai tu. perché dovrei? Il periodo storico mi piace molto, il personaggio alla Sherlock Holmes anche. Perché non dovrei cominciare a seguirla?

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    2. Certo, puoi seguirla pure, nessuno ti dice nulla. :)
      In altri casi alcune Storie hanno avuto un seguito all'interno della stessa collana, e con Mercurio Loi mi avrebbe fatto piacere una soluzione del genere.
      Preferirei che, invece di proporre roba nuova (tra l'altro Sherlock Holmes è stato abbondantemente ospitato nelle Storie da Altrove), Bonelli recuperasse serie per me belle e, anche se in periodi diverse che ha chiuso come Mister No e Jonathan Steele... Idee nuove che non sono state ben manipolate in fatto di marketing, oppure affidate ad autori non proprio inseriti nel personaggio.

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